Spesso, essendo occidentali quando pensiamo allo Yoga abbiamo in mente la pratica fisica, gli Asana (posizioni). Se siamo leggermente più informati dell’assoluto principiante, possiamo pensare anche alle pratiche di Pranayama (respirazione), ma tendenzialmente abbiamo in mente una strada ed una sola per la realizzazione della pratica yogica.

In realtà testi sacri e molto antichi della cultura e dello studio yogico indiano come La Bhagavad Gita, elencano molte più vie dello Yoga, solo in quest’ultimo testo citato ce ne sono diciotto.

Dei primi riferimenti alla disciplina yogica li troviamo già nei Veda, antichi testi sacri databili fra il 1500 e il 1200 a.c. senza però particolari dettagli alla pratica.

Già nelle Upanishad o Vedanta (trascrizioni di testi orali) si trovano due sentieri ben identificati: Il Karma Yoga e lo Jnana Yoga annunciandone il pensiero filosofico e mistico. La descrizione si intensifica quando parliamo della Bhagavad Gita, testo epico sacro yogico, facente parte dei testi ortodossi. Come detto in precedenza in quest’ultimo troviamo diciotto forme di Yoga, come ci spiega il maestro T.K.V. Desikachar nel suo testo <l Cuore dello Yoga> ognuna delle quali ha il solo scopo di portare all’autorealizzazione e all’unione dell’Atman (vero sé) con il Brahaman (spirito universale o Dio).

Qui di seguito ne citerò diverse forme:

Karma YogaKarma significa ‘azione’. Nella vita dobbiamo agire ma senza essere influenzati dai risultati delle azioni, le nostre azioni non dovrebbero mai essere determinate dalle aspettative poiché non abbiamo nessuna garanzia dei risultati. Se invece i frutti delle nostre azioni sono positivi non facciamocene vanto, poiché non siamo responsabili dei successi come degli insuccessi.
‘ T.K.V. Desikachar ‘

Per fare un esempio pratico di quello che Desikachar dice parlando della Bhagavad Gita: immaginiamo di fare del volontariato, se lo facciamo con lo scopo di raggiungere riconoscenza e meriti o soddisfazione personale e non per il solo scopo di fare del bene, non avrebbe senso la nostra azione, anzi andremmo a vanificare il significato stesso dell’azione di beneficenza, producendo Karma. Ma se accettiamo che tutto quello che facciamo è dettato da una coscienza superiore senza aspettarci nulla indietro, l’equilibrio sarà mantenuto.

Bhakti Yoga – Bhakti deriva dalla radice bhaj che significa ‘servire’. Nel bhakti yoga serviamo il divino che è la sorgente prima che ci fornisce guida e aiuto.

Nel bhakti yoga offriamo tutti i nostri pensieri e le nostre azioni a questo potere superiore, questo spirito cosmico.

La relazione con Dio è attraverso un intenso amore e una devozione profonda, un amore trascendentale che fa tenere il suo nome sempre con noi, ci fa meditare su di lui e votare completamente a lui.

La ripetizioni di mantra, bhajans (canti devozionali sacri) sono alcune dimostrazioni pratiche di bhakti yoga.

Jnana Yoga – Jnana significa ‘conoscenza’ e jnana yoga significa ricerca della vera conoscenza. Questa ricerca inizia dall’ascolto dell’allievo delle parole di un maestro, per poi affrontare una discussione con altri ricercatori per chiarire i punti oscuri e raggiungere una graduale consapevolezza della verità.

Non si tratta solo di studiare e accettare intellettualmente un concetto, è la realizzazione diretta dell’unione fra l’Atman e il Brahman.

Raja Yoga – La parola Raja significa ‘Re’, nel contesto yogico si tratta di un re che è in perenne stato di illuminazione.

Esistono diversi riferimenti al ‘Re’ in questione, può essere inteso come Isvara (Dio), quindi lo stesso potere cosmico per il quale abbiamo parlato per il bhakti yoga, oppure può essere qualcosa di molto più grande che è dentro di noi, identificato come Purusa,  fonte della nostra coscienza, priva di Avydia, cioè l’errata percezione.

Per fare questo il Raja yoga sviluppa una grande padronanza di sé attraverso il controllo della mente ponendo molta attenzione alla  concentrazione per porre fine all’irrequietezza mentale e trovare la dominazione dei sensi.

Hatha Yoga – Per parlare di Hatha yoga dobbiamo parlare prima della Kundalini.

Il concetto comune a tutte le forme di Yoga applicate alla Kundalini è che nel corpo sottile esistono dei canali che fanno scorrere Prana (energia vitale) chiamati Nadi, in questo caso parleremo solo delle tre principali: Ida, Pingala e Susumna.

La prima associata alla vocale Ha, rappresenta l’energia lunare (chandra) e sfocia nella narice sinistra, la seconda Tha quella solare (surya) sfocia nella narice destra.
Queste prime due girano intorno alla terza che attraversa in canale centrale correndo lungo la colonna vertebrale. Come Desikachar dice, nel canale principale di Susumna è dove una volta rimossi tutti i blocchi e bruciata la Kundalini, alla base del Muladhara Chakra, il Prana potrà scorrere libero all’interno del nostro corpo senza disperdersi all’esterno.

<<Quando il prana riesce ad entrare nella susumna, i prana di Ha e Tha si uniscono (yoga), il processo che mira a questa unione si chiama Hatha Yoga>>

L’hatha yoga utilizza la pratica degli asana (posizioni corporee), del pranayama (tecniche di respirazione), dei bhanda (chiusure corporee interne) e dei mudra (sigilli corporei utilizzati per non disperdere l’energia) per rimuovere avidya esattamente come il Raja Yoga.

In conclusione il comune denominatore di tutte le vie è lo stesso, l’unione del vero sé con lo Spirito cosmico, Dio, Universo. Che si decida di proseguire per una strada fatta di sola terra o che si prenda il sentireo di erba, la via per la ricerca di quella parte mancante che cerchiamo da secoli, ci conduce alla stessa meta.

Buona Pratica.

Saluto all’Inverno

Il saluto all’Inverno, un vinyasa dedicato a questa splendida stagione per salutarne l’arrivo.

Sahasrara: una goccia nel mare

Una pratica meditativa di riconnessione con la Luce

Anahata: verde, il colore dell’amore

Una pratica meditativa per abbandonare ogni difesa e alimentare il seme di Anahata Chakra

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Una pratica meditativa focalizzata a risvegliare e rinvigorire il fuoco sacro di Manipura Chakra

Svadhisthana: spazio alla creatività

Una pratica meditativa per ricontattare la forza creativa di Svadhisthana Chakra

Meditazione per Ajna Chakra

Una meditazione profonda per connetterci con Ajna Chakra il nostro terzo occhio, approfondendo la relazione che questo centro energetico agisce sul nostro inconscio.

Muladhara e l’importanza delle basi

Una Pratica fisica per radicarci profondamente con il nostro primo chakra e stimolarlo con degli Asana specifici per la nostra base.

Pratica di Saluto all’Autunno

Un Vinyasa per “Salutare l’Autunno” e attivare il sistema linfatico e circolatorio, con una sequenza coniata dalla maestra Gabriella Cella.