IL FLUIRE DELLA GIORNATA

Chi insegna Yoga non smette mai di praticare.

Questa affermazione potrebbe essere applicata ad un insegnante di Yoga, ma anche a qualsiasi persona che intraprenda questo percorso. Dalla pratica fisica, al lavoro su meditazione o controllo del respiro, tutti i passaggi hanno bisogno di assiduità, di ripetizione. Si assiste ad cambiamento graduale ma costante, e solo se si prendono in esame le due estremità del filo, come eravamo all’inizio del percorso e come siamo oggi, si noterà l’evoluzione intrapresa. Alcuni elementi saranno più evidenti, come una maggiore resistenza o flessibilità, altri saranno più sottili, come una maggiore capacità di ascolto e concentrazione, e perché no una migliorata empatia e maggiore positività. Ma il percorso è pieno di salite, avvallamenti, strade sterrate, burroni: anche il solo alzarsi con il piede sbagliato può determinare una pessima giornata. Si passano mattine a procrastinare quello che si vorrebbe davvero fare, o settimane senza concedersi dieci minuti di tempo solo per sé, per rinnovare amore verso di noi attraverso un piccolo gesto. Fare Yoga non vuole dire solo stare materialmente sul tappetino, ma anche dedicarsi del tempo con amore.

Quando però non abbiamo neanche un briciolo d’amore da dedicarci, cosa possiamo fare?

Sono la prima a entrare in questi stati, e per quanto lo Yoga porti verso il non-attaccamento, è normale e umano sviare la propria concentrazione da questo splendido proposito, e arrabbiarsi di essere usciti dalla strada che si sta costruendo. Non ci fermiamo a pensare che forse anche quello fa parte del percorso. Scegliere delle abitudini sane è sicuramente utile per ostacolare alcune tendenze, come la pigrizia, ma la cosa più utile che si può fare in questi casi è accettare che quel giorno ci si sente così. Stare in quella sensazione e riconoscerla come una parte di sé, abbracciarla e cullarla così com’è: donarsi un momento di clemenza e di comprensione. Anche quello che è in apparenza negativo in realtà ha un potere creativo estremamente forte, come quello di farci cambiare punto di vista e comprendere in un modo diverso, nuovo, qualcosa in più su di noi e sulle possibili relazioni con l’altro.

Ho deciso di preparare per te una pratica fluida, come lo scorrere dell’acqua, per accompagnarci nell’ascolto di quello che siamo oggi, cercando di applicare un giudizio disinteressato a quello che c’è e che non c’è. Non sempre siamo pronti a quello che succede e sembra che alcune cose ci colgano impreparati: una risorsa a cui appoggiarsi c’è sempre, anche nella disperazione più nera, allora si può prendere atto di quello che capita e adattarsi al meglio, come fa l’acqua in ogni recipiente. In questo, è maestra di vita, infatti come diceva Lao Tze:

«Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l’acqua. Niente ostacoli – essa scorre. Trova una diga, allora si ferma. La diga si spezza, scorre di nuovo. In un recipiente quadrato, è quadrata. In uno tondo, è rotonda. Ecco perché è più indispensabile di ogni altra cosa. Niente esiste al mondo più adattabile dell’acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.»

Il nostro corpo è in gran parte composto da acqua e fluidi, quindi è un tipo di qualità materica che comprendiamo, anche se inconsciamente, che scorre senza limiti trasportando energia e vita. La natura ci guida in molti casi: quando la testa è confusa dai troppi pensieri, tornare alla base, toccare con mano quali sono le regole su cui esistiamo e come funzioniamo, può rimettere forza alle nostre radici. Con questa pratica voglio portarti alle qualità dell’acqua: la fluidità, attraverso movimenti legati in sequenza, fusi con il respiro, come la danza di un’onda; l’adattabilità, attraverso la possibilità di modificare gli āsana secondo il proprio bisogno, senza alcun giudizio; la persistenza, attraverso la ripetizione: l’acqua persiste e per questo trasforma gli habitat in cui scorre, modifica gli altri elementi; la stabilità, attraverso un’immobilità apparente e non stagnante, piena di forza e vita.

Sei pronta/o a fluire insieme? Ci vediamo sul tappetino!

 

TAKE YOU TIME – PRATICA YIN YOGA

Una pratica di Yin Yoga, in cui teniamo le posizioni più a lungo per riprenderci il nostro tempo e riscoprire il nostro ritmo interiore.

La Fluidità

Una pratica completa incentrata sulla qualità dell’acqua, sul fluire di movimento e respiro

Prenditi il tuo Tempo

Una breve pratica da poter fare la mattina appena svegli o la sera prima di andare a dormire direttamente a letto per tornare in contatto con il nostro corpo e riprenderci il tempo che ci meritiamo.

Calmare la Mente

Una tecnica di controllo dei sensi per centrare la tua attenzione su di te

L’INTROSPEZIONE

Una pratica lenta per favorire la tua introspezione e osservarti dall’interno