Se si dovesse immaginare un’iconografia tipicamente indiana, alla maggior parte delle persone verrebbe in mente qualcuno seduto a gambe incrociate, a occhi chiusi, nell’atto di meditare. In questa immagine c’è sempre un certo tipo di postura, e spesso anche le mani prendono una forma particolare. In generale queste posture e posizioni, sia del corpo che delle mani o delle dita, sono definite con il nome di mudra (sigillo) e sono molto usate nella tradizione spirituale indiana. Anche la danza classica indiana ha una classificazione di mudra, soprattutto delle mani, ma essendo questa una tradizione performativa votata alla comunicazione con lo spettatore (le tematiche sono quasi sempre divine e mitologiche), questi gesti hanno una funzione più narrativa, seppur siano simili, in alcuni casi uguali, ai mudra che si utilizzano nello Yoga.
In questo articolo mi concentrerò principalmente sui mudra delle mani perché ho preparato per te il video di una meditazione con un atteggiamento delle mani, questo però non toglie che una certa posizione del corpo, come un certo modo di usare lo sguardo o un’espressione del viso non siano da considerare mudra.
Quando sono utilizzati nella pratica yogica, i mudra diventano dei veri e propri sigilli che canalizzano il prana: potremmo quasi immaginare le mani come dei circuiti energetici che hanno un pulsante di accensione e che, a seconda di dove si preme, attivano un flusso energetico che va in una determinata direzione. Le mani (e soprattutto le dita) hanno infatti moltissime terminazioni nervose: ogni mudra va a stimolare i punti riflessi, attivando una connessione con il nostro cervello.
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